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Energie rinnovabili, sentieri e tutela del territorio

Non mi sembra che gli umbri sappiano cosa stia accadendo nella nostra bellissima regione o quanto meno non abbiano fatto qualcosa per il contrasto di ciò che andrò ad esporre.

Ogni regione italiana si deve dotare di un piano regionale energetico e anche l’Umbria si è ovviamente adeguata.

Sulla scia di ciò che ha proposto – in realtà imposto – come suo solito l’Unione Europea, si stanno incentivando energie alternative a quelle fossili con impianti fotovoltaici e eolici per limitare la emissioni di CO2.

Ce lo chiede l’Europa.

In questo contesto che lascia il cittadino Italiano perplesso, è emerso che la vecchia giunta regionale di sinistra, recependo le devastanti indicazioni europee, abbia cominciato a lavorare verso questo obiettivo di implementare le pale eoliche sulla base di sfruttamento dell’energia del vento e ridurre quindi le emissioni di gas nocivi.

Ebbene, il piano energetico regionale, non smentito dalle amministrazioni di destra con delibera di giunta di revoca, ha trovato invece nuovo impulso a quanto stabilito e rendendo vano – dal punto di vista politico – il votare Tesei per un cambiamento di rotta radicale rispetto alla amministrazioni precedenti.

Ora, per me che ho 60 anni e sviliti gli ideali politici in funzione di una globalizzazione mortificante che ha fatto naufragare il concetto antitetico di destra e sinistra in funzione dei beni al consumo, ritengo che la vera battaglia politica si dovrebbe combattere sull’ambiente ma, ahimè, nessuno che porti avanti realmente tale battaglia politica se non qualche Samurai incazzatissimo.

I verdi de noantri, tutti di matrice di sinistra, non hanno come focus reale la tutela del paesaggio e delle biodiversità quanto evitare l’implementazione di fabbriche funzionali ai padroni.

Gli sporadici ambientalisti di destra invece, che hanno il culto del bosco sacro, di gnomi, fatine, druidi e altre seghe non sono proprio pervenuti con il risultato che c’è una rassegnazione preoccupante allo scempio che si sta compiendo.

E a farne le spese, come al solito, è il nostro appennino e le persone che vi abitano.

Tralascio la mortificazione urbanistica delle nostre pianure in funzione di una lottizzazione industriale a cui non corrisponde una economia trainante sul punto (la valle Umbra Sud, il Gualdese e intorno a Perugia) ma certo è che il colpo di grazia verrà fornito dalla prevista posa in opera di ben 60 pale eoliche alte sino a 180 metri tra Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Valtopina e Foligno

E la gravità di ciò è che sembrerebbe che le Comunanze Agrarie hanno dato l’ok a tale progetto assurdo – anziché’ opporsi – e vi spiego il perché.

Intanto si deve fare un passo indietro: le prossime battaglie politiche dovranno essere sulla tutela del territorio e valorizzazione dello stesso sulla base di un ripopolamento che tarda a venire perché non ci sono strade e servizi.

La posa in opera di tali pale comporterà inevitabilmente che verranno costruite strade per portarle nei posti più disparati, al di là delle valutazioni di impatto ambientale, strade che saranno ferite insanabili anche agli occhi dei meno romantici e sensibili.

Il classico pugno in un occhio al pari di ciò che si vede in Molise o in Puglia laddove tali pale non funzionano mai e segno inequivocabile che tutto questo vento energizzante non c’è se non lo scempio paesaggistico.

Perché questo si tratta, di vero e proprio scempio che andrà a rovinare l’ecosistema di tutta la parte di appennino non tenendo a mente che Colfiorito è un SIC (Sito di interesse comunitario) con un ecosistema particolare e punto di snodo delle grandi migrazioni degli uccelli verso l’Africa.

Ma schivando le pale eoliche.

Il tutto senza prese di posizioni se non di un agguerrito, ma forse tardivo comitato spontaneo in quel di Nocera Umbra e polemiche politiche a Gualdo Tadino.

E nel silenzio dei nostri ambientalisti di tutte le sigle.

Come se ciò non bastasse c’è un progetto di legge regionale, avversato egregiamente dal CAI (Club Alpino Italiano) regionale, che sta combattendo affinché tutti i sentieri di montagna non vengano massacrati con i veicoli a motore che violentano prati e sentieri.

E dando carta bianca ai motociclisti da enduro e ai cinghialari per finire quell’opera di demolizione dei prati e dei pascoli.

Detto ciò anche sui sentieri, vedremo alla resa dei conti se con queste pale eoliche ci sarà un risparmio per l’utente finale oppure maggiori introiti per la società di costruzione e gestione, ma certo è che il territorio verrà mortificato oltre modo.

Tutti a fare proclami sulla riqualificazione della montagna, con convegni e quant’altro e come rilanciare l’economia del territorio e le frazioni appenniniche senza ragionare che tale debacle ha radici lontane e a sinistra, visto che la nostra regione è stata governata da tale schieramento sino alla calata dei nuovi barbari di oltre Po.

Che hanno le medesime responsabilità perché non hanno bloccato nulla per dare ideale seguito – nell’immaginazione dell’elettore di questa asserita destra – affinché qualcosa cambiasse e sancendo la continuità politica di disastri annunciati.

Con il risultato che votare è diventato inutile e avremo le nostre belle Pievi appenniniche con in lontananza questi totem del fallimento ambientale.

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