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Caritas srl, dalla casa di Dio alla “casa del popolo”

Sappiamo tutti cosa sia la Caritas in seno ad ogni diocesi ed è divisa in diocesana e parrocchiale.

Già il nome fornitole indica quale sia lo scopo di tale emanazione ecclesiastica di aiutare le persone in difficoltà sotto ogni punto di vista con opere di apostolato che si sono perse poi nel tempo.

Spesso è stata il trampolino di lancio di preti verso una carriera ecclesiastica e per i volontari uno spiraglio di trovare un posto di lavoro definitivo.

Ma nel corso degli ultimi 15/20 anni si è vista la trasformazione della stessa da braccio operativo della Chiesa in braccio secolare e di potere temporale appena sono iniziati ad aumentare i flussi di cassa per le donazioni anche da parte di enti e creando una macchina farraginosa che alimenta gli stipendi di chi si occupa dei poveri e poco i poveri stessi che vedono arrivare pochi spicci e dopo mesi.

È un biglietto da visita di come funziona una diocesi che vede e in linea teorica dovrebbe provvedere ai bisogni di quelli che la parte politica giusta per eccellenza chiama gli ultimi.

Ma lo smalto evangelico si è perso dietro agli indirizzi di vescovi manager in cui la Caritas stessa non ha più quel quid pluris di uguaglianza avanti a Dio, ma avanti a chi fa comodo nel momento in cui sono iniziati ad arrivare gli africani che avevano ed hanno bisogno di tutto e raccogliendo – al di la’ dei bei proclami di marketing – solo le briciole di una tavola apparecchiata a fine pasto.

Ora, che ci sia necessità di aiutare ogni derelitto è sacrosanto per chi – come me – ha fede in Cristo, ma non si può sottacere che adesso la Caritas stessa si sia trasformata in una srl. che aiuta non tutti i bisognosi, ma quelli che creano un profitto anche di immagine.

Ne consegue che gli africani hanno una corsia preferenziale a scapito dei connazionali che rimangono sulla porta del desiderio di normalità logistica e creando una disuguaglianza su cui Dio si arrabbierebbe di brutto.

E tutto perché c’è una deriva politica della Chiesa che ha un occhio di riguardo verso la logica del profitto oltre che di immagine come già detto.

La sinistra, ha sempre tuonato contro la Chiesa nel momento in cui la stessa ha preso posizione su un determinato argomento di carattere sociale come l’aborto e auspicando uno Stato laico per eccellenza per non avere intromissioni, salvo poi benedire la Chiesa stessa quando la ideologia di tale apparato religioso – non spirituale – si va a sovrapporre alla ideologia marxista.

C’è infatti il vecchio mantra che il Cristianesimo somigli ad un marxismo dal volto umano, ma in vita mia di cavolate ne ho sentite tante, ma mai come questa perché la Chiesa sancisce l’uguaglianza del singolo avanti a Dio mentre il marxismo del collettivo dal punto di vista economico.

In realtà, sulla base delle Sacre Scritture, l’individuo rimane il cardine di una ascesi che si è persa in una logica di profitto che nuoce gravemente alla salute spirituale dell’uomo.

E quindi, se si ragiona senza pregiudizi etici e morali, la Chiesa – quella vera – ha forse più spunti di riflessione di una destra esoterica e per iniziati alla parola del Signore, come affermava Renè Guenon nei sui impareggiabili saggi, che di una sinistra che invece specula sui disagiati perché fa chic e placa i rimorsi di coscienza oltre che a portare voti.

E in questo disastro logistico non ci sono più spunti di riflessione sul perché sia oltremodo giusto aiutare chi sia meno fortunato di noi e la preghiera viene a mancare al pari dei fedeli che si sono persi per strada.

Questo perché il messaggio della Chiesa non è più di ricerca dello spirito e il fedele lo capta con il risultato malvagio che la domenica a messa ci vanno poche persone perché accusano odore di stantìo a fronte di omelie la maggior parte politiche e poco spirituali.

Questo non significa che il fedele sia di destra, ma più semplicemente che si è stufato di frequentare luoghi preposti alla parola del Signore sostituita da quelle di altro dio come Gramsci.

E rimandando a casa il fedele senza risposte avanti al Mistero delle Fede.

Il motivo è perché la Chiesa ha iniziato un percorso di laicizzazione interiore sulla base di un equivoco di fondo della sovrapposizione ideologica – non spirituale – tra due dottrine di cui una è di carattere solo economico in cui l’uguaglianza deve essere imposta mentre nell’altra lasciata al libero arbitrio dell’uomo come scelta ascetica.

Ne consegue che appena si avvicinano le elezioni politiche o amministrative, la Chiesa laicizzata prende posizione a favore di un candidato – quasi sempre della sinistra – e provocando la reazione degli altri fedeli moderati che rimangono perplessi avanti a questa Chiesa politica.

Nella nostra regione c’è il caso del candidato sindaco dell’ex direttore della Caritas e diacono nello schieramento di sinistra che è il suggello di una Chiesa che se da una parte non sa farsi i cavoli suoi (per essere eleganti), dall’altra ha fatto emergere con vistoso imbarazzo per tanti che sponsorizza un suo uomo che sino a ieri è stato invece combattuto dai sinistri radicali atei per eccellenza osannandolo come nuovo messia di una riscossa che presumo tarderà a venire.

E quindi creando un vistoso imbarazzo a sinistra stessa che ha nella coerenza di intenti la stessa patina di Giorgia Meloni che si professa di destra, ma poi va a prendere baci e indicazioni da Biden negli USA alla faccia del patriottismo.

Ora, se i politici sono tutti seguaci di Giuseppe Prezzolini che amava affermare che “ la coerenza è la virtù degli imbecilli”, dall’altra la Chiesa ha capito male il messaggio di Dio quando rivolto a Pietro disse di costruire la Chiesa sulla pietra d’angolo perché invece stava costruendo la casa del popolo.

Con una destra che osserva e ride.

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