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Il Festival di Sanremo e “Bella Ciao”

Sembra che il trascorrere del tempo in Italia sia scandito prima di San Remo e dopo Sanremo.

È sicuramente un avvenimento che segna la televisione italiana ed è visto dalla stragrande maggioranza dei miei connazionali che poi si divertono sui social a commentare sia il look dei cantanti sia le loro canzoni che possono piacere più o meno.

Un evento trasversale che tocca tutte le classi sociali e segno inequivocabile che comunque è un evento importante.

Poi ci sono gli altri che non lo vedono per partito preso, decisi a non guardare una kermesse che, spesso, rasenta dei livelli di burinaggine mortificante e svilisce l’intelletto.

Poi altri ancora, come me, che non lo guardano perché poco avvezzi alla musica leggera italiana in quanto ancorato alle grandi band del rock inglese degli anni ‘70 come The Who, i Rolling Stones e tanti altri.

Potete immaginare se posso ascoltare un Mengoni dopo che sono cresciuto con Mick Jagger o Janis Joplin.

Un po’ come mettere a confronto una banda musicale che festeggia un santo appenninico e l’orchestra della Scala.

Ecco perché non lo vedo e soprattutto non lo ascolto.

Ma indubbiamente rimane un punto di riferimento televisivo per la stragrande maggioranza degli italiani al di là se piace o meno.

Di fatto è una liturgia dello Stato con Amedeus gran sacerdote.

Non entro nel merito dei costi di tale kermesse come tanti fanno paragonando il compenso del conduttore alla pensione sociale di un anziano sottolineandone la sperequazione, dal momento che è un confronto che non ha senso in base ai ricavi pubblicitari che da tale kermesse ne derivano.

Magari per me se per un mese di lavoro mi pagassero quanto Amedeus, andrei anche sul palco nudo nonostante i miei 60 anni, ma sarei sicuro di strappare una risata di tanti.

Ora, il sistema culturale italiano, salvo rarissime eccezioni e con enorme fatica per chi la pensi diversamente, è in mano alla sinistra e quindi al politicamente corretto.

Questo vale dalla TV alla carta stampata, ai pensatori e agli storici che fanno programmi divulgativi sempre inserendo la nota stonata politica di sinistra.

Quindi storici un par de palle.

Qui abbiamo avuto Amedeus che ha cantato “Bella Ciao” in una conferenza stampa e affermando di essere antifascista e tutti contenti.

Ora, capisco che si debba lavorare e nell’ambiente dello spettacolo se non si è di sinistra si rischia il linciaggio dallo star system, ma sinceramente cantare una canzone adottata dai partigiani durante la Resistenza quando si percepisce un compenso per la kermesse di 600.000 euro sa di presa in giro anche se i sinistri snob non lo vogliono ammettere.

E qui nasce il problema.

Se il PD perde consensi elettorali ogni giorno il motivo è ben evidenziato e soprattutto rodato.

Il partito in questione è sempre stato considerato il partito dei lavoratori per eccellenza e – ad onor del vero – nelle fasi cruciali della politica Italiana ha saputo imporre una visione di insieme a tutela dei lavoratori stessi anche a mezzo della CGIL di Luciano Lama, comunista doc che ad avercene.

Chi viveva in modo benestante, la upper class per intenderci, veniva visto in maniera malevola dagli operai, i manovali e i braccianti.

E ovviamente additati come fascisti plutocrati.

Ora è l’esatto contrario dove la upper class vota la pseudo sinistra salottiera, critica il buzzurro che non ha avuto modo di studiare e accusandolo di analfabetismo di ritorno se vota a destra, sputtanando il pensiero – sul punto – di Gramsci e addirittura di don Lorenzo Milani.

E questo crea uno scollamento tra il pensiero che in linea astratta dovrebbe affondare nella teoria economica e sociale di Marx e il popolo che sta in fabbrica e nei campi a spaccarsi la schiena.

Vallo a spiegare a quest’ultimi che un personaggio come Amedeus, con 600.000 di compensi, canti “Bella Ciao” per sentirsi nel giusto come buona parte della gente dello spettacolo.

Nasce il legittimo sospetto che sia stata cantata per garantirsi il lavoro in ogni posto dove c’è necessità di un presentatore che comunque è anni luce lontano dal democristiano Pippo Baudo che mai avrebbe fatto una cosa del genere.

Come si dice, Amedeus incarna il cuore a sinistra e portafoglio a destra e decretando il fallimento di un ideale di condivisione e fratellanza verso il basso sociale sotto ogni punto di vista che, sentendosi preso in giro, reagisce e vota la destra.

La prossima volta la dovrebbe cantare a mezzo di un altoparlante posto sul tetto di una Mercedes 3000 di cilindrata.

Sai le risate in cabina elettorale.

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