Free Porn





manotobet

takbet
betcart




betboro

megapari
mahbet
betforward


1xbet
teen sex
porn
djav
best porn 2025
porn 2026
brunette banged
Ankara Escort
1xbet
1xbet-1xir.com
1xbet-1xir.com
1xbet-1xir.com

1xbet-1xir.com
1xbet-1xir.com
1xbet-1xir.com

1xbet-1xir.com
1xbet-1xir.com
1xbet-1xir.com
1xbet-1xir.com
1xbet-1xir.com
1xbet-1xir.com
1xbet-1xir.com
betforward
betforward.com.co
betforward.com.co
betforward.com.co

betforward.com.co
betforward.com.co
betforward.com.co
betforward.com.co

betforward.com.co
betforward.com.co
betforward.com.co
betforward.com.co
betforward.com.co
betforward.com.co
betforward.com.co
deneme bonusu veren bahis siteleri
deneme bonusu
casino slot siteleri/a>
Deneme bonusu veren siteler
Deneme bonusu veren siteler
Deneme bonusu veren siteler
Deneme bonusu veren siteler
Cialis
Cialis Fiyat
deneme bonusu
padişahbet
padişahbet
padişahbet
deneme bonusu 1xbet وان ایکس بت 1xbet وان ایکس بت 1xbet وان ایکس بت 1xbet وان ایکس بت 1xbet وان ایکس بت 1xbet وان ایکس بت 1xbet وان ایکس بت 1xbet وان ایکس بت 1xbet 1xbet untertitelporno porno
Cover Wise Assicurazioni
23.8 C
New York
sabato, Luglio 27, 2024

Buy now

coverwisecoverwisecoverwise

Stagione venatoria o della caccia all’insegnante

No, non parlerò della caccia in senso letterale del termine, di cinghialari e di chi va a sparare ai rarissimi uccellini rimasti perché non meritano la mia attenzione, soprattutto i primi che quando fanno battute di caccia bloccano intere montagne, ma di studenti della scuola secondaria superiore e della caccia all’insegnante non accomodante di turno.

Il problema nasce da lontano in un perfetto mix tra una riforma scellerata del sistema scolastico per colpa dell’allora ministro Gelmini e della autonomia finanziaria dell’istituto di riferimento, e il politicamente corretto da parte dei soliti noti che hanno in odio tutto ciò che rappresenta l’autorità, ora statale ora familiare e che ha avuto nel 6 politico l’incipit di una debacle mortificante.

In questo disegno criminoso cosciente e razionale e che ha nelle grandi testate giornalistiche la cassa di risonanza a puttanate inenarrabili e che lasciano il lettore avveduto assai perplesso e che si vendica nella cabina elettorale votando chi auspica il ritorno ad un minimo sindacale di gerarchia e di merito, ci si trova tutti spiazzati se si confronta la scuola di adesso con quella di 30 anni fa, mica dell’800.

Hanno suscitato scalpore due episodi gravissimi avvenuti nei giorni scorsi a cui se ne è aggiunto un terzo proprio un giorno fa.

Una professoressa impallinata da studenti in aula, senza conseguenze perché pallini di plastica, uno che ha accoltellato la sua insegnante in aula e quello di ieri un grave episodio di bullismo a Verona verso un disabile.

Tutti promossi con il 9 in condotta tra lo stupore generale che sfocia nella indignazione della società.

Ora, si fa presto a dire, vista la mia età ( 60 anni), che ai miei tempi la scuola era diversa e più rigorosa, ma certo è che il sistema scolastico attuale, unitamente al pianeta giustizia e sanitario è lo specchio doloroso dei tempi.

Ma se si guarda sempre all’indietro non se ne viene a capo e si risulta dei nostalgici -se non fascisti – nel rimpiangere i tempi in cui chi aveva merito veniva premiato e chi era un asino era bocciato.

Avere poi 8 in condotta era un rischio serio di rientrare a casa e presentarsi avanti a ad un plotone di esecuzione.

Avere una nota poi si entrava direttamente nel girone dantesco dei dannati e i genitori credevano – in cuor loro in un mix di vergogna e preoccupazione – che avessero fallito nel sistema educativo allevando un potenziale delinquente.

Questo era fino a poco tempo fa.

Oggi invece, complice uno Stato che non sa più irrogare sanzioni di vario genere e modulate sulla gravità del fatto, si ha la certezza che avanti alla Magistratura – per esempio – si limitino alla grande i danni e poi si posta su Facebook lo scampato pericolo.

Ottenendo like di compiacimento quando in realtà si dovrebbero prendere tutti a calci nel di dietro (vorrei scrivere altra parola, ma mi sembra inelegante).

Ora, la società – soprattutto quella che sfocia nel sistema Giustizia – dovrebbe essere garantista, ma ciò non significa che deve esserci il perdono a prescindere, ma una condanna – se dovuta – basata sulla corretta applicazione della legge e dopo avere valutato le eventuali attenuanti o aggravanti nel caso in esame.

Invece, con l’adozione di un sistema che ha abbandonato il diritto romano a favore di quello comunitario e di conseguenza anglo sassone, si va a vedere il precedente giurisprudenziale per tirare fuori da guai chi non si è comportato secondo legge.

Ma attenzione.

Il problema nasce dalla paura di ritorsioni giuridiche verso un insegnante o verso la preside, non verso l’eventuale reo che risulta avere più garanzie della persona offesa dal reato.

E non si fa più quadrato e si prendono scorciatoie per non avere noie con il sistema Giustizia e pagare avvocati per la tutela dei diritti lesi, come ricevere una coltellata o essere impallinati.

In forza di ciò il professore rimane solo perché il Consiglio di Istituto decide in maniera diversa e nessuno dei presenti che si metta nell’avvilimento dell’insegnante oltraggiato da un comportamento di questi bulli delinquenti che dovrebbero essere non solo bocciati a prescindere, ma anche presi a sonori ceffoni educativi da genitori che si dovrebbero fare qualche domandina.

Invece vanno da un avvocato spendendo soldi per alleviare la colpa del loro prezioso pargoletto che invece è un emerito cretino.

Si perde quindi il parametro di una scuola che integra la educazione della famiglia, non che la sostituisce, in una perfetta e auspicata sinergia che dovrebbe crescere ragazzi come cittadini rispettosi.

E si è persa una occasione per dare un segnale di rinnovamento educativo verso questa massa di debosciati che vanno a scuola o con il coltello o con il fucile ad aria compressa.

E tralascio l’episodio del bullismo verso un disabile a Verona perché mi viene il voltastomaco sapere che una scuola non ha a cuore i veri fragili.

La frase che rimbalza spesso oggi è I care, sdoganato da Walter Veltroni e ancor prima da don Milani e che è il proclama, nelle intenzioni ottime, di avere a cuore le sorti di chi è meno fortunato, ma perdendo di significato per cui è stata coniata.

Ne consegue la solitudine dell’insegnante che è combattuto da forze centrifughe ed interne (Consiglio di Istituto) con il risultato che aumenta a dismisura l’avvilimento dello stesso insegnante oltraggiato nel presentarsi a scuola perché non tutelato neanche dalla/dal preside.

L’insegnante ha la stessa tutela che ha un artigiano del pensiero e dell’insegnamento, ma con presidi che non sono all’altezza del loro compito che è stato demandato loro dallo Stato a tutela di tutti e rappresentando lo Stato stesso.

Aveva ragione Julius Evola: Un artigiano che assolve perfettamente alla sua funzione è indubbiamente superiore ad un re che scarti e non sia all’altezza della sua dignità”.

E il re è il preside.

Related Articles

Stay Connected

0FansLike
3,913FollowersFollow
0SubscribersSubscribe
- Advertisement -spot_img

Latest Articles