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Un viaggio nel portale orientato su Sirio con la studiosa di Tarot Paola Marchi

“Il Tarot è una bussola orientata su Sirio e costituisce uno strumento di orientamento per l’anima fondamentalmente. Sono quasi venti anni che li integro e posso assicurarti che, come strumento, sono molto potenti”

Paola Marchi è una persona che definirei illuminata. Dal suo punto di vista esistono luoghi del creato che rappresentano dei veri e propri “portali” tra questo mondo e il mondo invisibili. Pochi sanno che il borgo dove lei risiede, Barga in provincia di Lucca, è un luogo magico: non è un caso che il poeta Giovanni Pascoli lo amasse come propria novella patria.

Parlaci un po’ di te e della cittadina dove risiedi, Barga.

Sono nata nel 1975 ed è’ difficile parlare di me in prima persona, mi sono laureata in Lettere Moderne a Pisa e poi ho fatto veramente tante cose, in rete credo basti digitare il mio nome che qualcosa salta sicuramente fuori. Sono un’artista, ho un blog e collaboro con lo studio Metamorphosi di Milano. I miei lavori sono nella galleria d’Arte IntrecciArte di Pietrasanta. Ho all’attivo tre personali e molte collettive e sto preparando la prossima personale che sarà a Milano e promette ‘bene’ nel senso che andrò ad affrontare temi scomodi come la morte, la pornografia e il dio Mammona. Essere un’artista oggi, in Italia, è una sfida tosta, soprattutto se parti dal basso e non hai le spalle coperte da nessuno. La mia fortuna è che ho i contenuti, sono il mio unico punto di forza anche se a volte avere dei contenuti importanti genera paura e diffidenza, vengo definita troppo difficile e la mia arte dicono, non è per tutti, ma sai, se volevo essere per tutti avrei tentato la via della televisione commerciale. Barga è un portale cosmico orientato su Sirio ed io sono finita qui da 14 anni ed ho avuto qui l’esperienza fondamentale della mia vita, quella che segna il confine tra un prima e un dopo. Qui a Barga infatti mi sono risvegliata, improvvisamente, ne ho parlato a lungo nella prima intervista presso lo studio Metamorphosi di Milano. Questo è un punto energetico del pianeta, quello che conosco meglio perché ci vivo. Vivere in un portale, da risvegliata, non è semplice. La vibrazione energetica in questo luogo è molto alta e non sempre è facile gestire l’ordinaria quotidianità con le esperienze soprasensibili che accadono. Ad ogni modo ci sono riuscita perché ho due figli che sono ragazzi molto equilibrati e con la testa sulle spalle e credo che una parte di merito vada anche a me, oltre al padre e a loro ovviamente”.

Sei un’esperta di Tarot. Cosa rappresenta per te?

“Il Tarot è una bussola orientata verso Sirio e costituisce uno strumento di orientamento per l’anima fondamentalmente. Sono quasi venti anni che li integro e posso assicurarti che, come strumento, sono molto potenti. Da quest’anno ho iniziato a tenere dei corsi e i miei corsisti possono testimoniare che da quando hanno iniziato, la loro vita è cambiata in meglio”.

Dal punto di vista dell’arte pittorica, quale è il tuo punto di riferimento e soprattutto cosa vuoi esprimere tramite essa?

“Di punti di riferimento ne ho tanti, se devo dirne uno, cito l’Art Brut e Paul Klee che mi ha ispirata per il filone dei primitivismi, che è quello che espongo nella galleria di Pietrasanta. Quando iniziai a dipingere invece, ai tempi in cui frequentavo l’accademia di belle arti di Carrara (MS), ero molto influenzata dalla Transavanguardia. Sai, la giovane età, il mito dell’America…Adesso invece sto lavorando sui teschi e sulle ossa e sulla pornografia. Sono arrivata al concetto di ‘object’. L’object è un oggetto che produco. Mi inserisco nel filone dei ready-made object di duchampiana memoria, iniziato all’inizio dell’ultimo secolo del millennio scorso (fa effetto dirlo così ma rende bene l’idea di dove siamo adesso). La riflessione su cui lavoro io consiste nel fatto che l’artista, in quanto creatore, crea appunto una cosa, un oggetto, oggettivizza un’idea, la fa comparire quando prima non c’era. Questo è molto affascinante. I miei teschi, che un tempo erano ricoperti di carne e costituivano una forma presa dalla vita, adesso sono cosa morta. Attraverso il mio intervento prendono vita nuovamente, la vita che io decido di dargli. Lavorare con i teschi mi permette di oggettivare i concetti, che infatti appartengono alla mente che è collegata al cervello che è contenuto nella scatola cranica. Nel momento che resta solo la scatola cranica e il cervello originario non c’è più, posso intervenire io con un significante, a ridare vita, in un’altra forma, alla struttura che ha contenuto la vita. Questo mi permette di oggettivare anche il concetto che la morte è una trasformazione, si diventa altro, ma la vita è un flusso continuo. Come ho detto in una poesia dal titolo ‘Aprile il più crudele’ che ho pubblicato nel mio blog ‘tela bianca, riflessioni tra arte e spiritualità’: La vita non può non essere”.

Secondo te in che modo potrà esserci un risveglio delle coscienze?

“Tendenzialmente attraverso uno shock, anche se non si può dire che ci sia solo un modo. Io sono una ex ‘discepola’ di Gurdjieff, ho seguito per un po’ la quarta via, poi dopo il risveglio ho cominciato a sentire la sua presenza accanto nei momenti difficili della vita. Non solo la sua, ho un altro mèntore disincarnato, che è Gabriele Mandel Khan. Questo per quanto riguarda uomini che hanno vissuto sul pianeta terra in un corpo. Se invece vogliamo parlare di presenze angeliche, sono stata colpita agli occhi da San Michele e credo sia stata una benedizione, anche se mi ha creato e continua a crearmi non poche difficoltà relazionali. Sicuramente relazionarsi con una persona come me costituisce una prova che non tutti riescono a sostenere. Sono molto amata ma ci sono anche persone che sono fuggite a gambe levate… Sai, San Michele può essere molto duro nella sua manifestazione e spesso mi ritrovo a dire cose che, sebbene in linea con le sue energie, risultano impegnative per chi le deve accogliere. Anche questi sono shock, ma come puoi capire si parla tanto di spiritualità e risveglio ma c’è purtroppo molta ipocrisia a riguardo. L’unica cosa che posso dire a mia difesa di fronte a chi riceve traumi dall’interazione con me, è che con me stessa sono molto molto più dura. Non posso farci niente, la mia storia, le cose che mi sono accadute hanno creato quello che sono adesso ed accetto eventuali fughe da me, da parte di chi non regge le spadate micaelite. Gurdjieff diceva che solo attraverso uno shock si può rischiare di avere un risveglio della coscienza. Nel mio caso però non c’è stato nessuno shock, semplicemente mi si è sbloccata l’energia di kundalini improvvisamente… non lo auguro a nessuno, non è un’esperienza facile da gestire. Meglio sarebbe che le cose avvenissero gradualmente, ma il risveglio non è una passeggiata. Ad ogni modo non esiste un solo risveglio, la vita è fatta da tanti piccole epifanie che sono come delle lampadine che si accendono, poi si rispengono ma resta una memoria”.

Cosa ne pensi del femminismo? C’è anche un femminismo “positivo” ?

“Se mi parli di femminino allora potrei scriverti un trattato, di femminismo sinceramente non penso niente, cioè posso darti la definizione storica di un movimento nato per garantire alla donna la parità di diritti dell’uomo, ma si parla di tematiche che dal mio punto di visto sono ormai preistoriche”.

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