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La grinta e la tenacia di Luz Sthefy

Battagliera già da piccola, Luz Sthefy oggi è quello che è grazie alla sua grinta e alla sua tenacia. La fotomodella è la sua professione, in un’epoca e in un settore dove bisogna tirar fuori gli artigli, Stephany riesce a farsi strada e a rendersi autonoma. Con un passato burrascoso ma sempre con un sorriso stampato sul volto la bella Colombiana, che oggi vive all’Aquila, fa impazzire tutti con le sue sfilate e i suoi shooting senza scendere a compromessi e alle sue regole.

Come è nata la passione per la moda?

“La passione per la moda non è nata subito, ma ho intrapreso questa strada all’inizio esclusivamente per un fatto economico e di tempo.  Cercavo un lavoro che mi permettesse di studiare (attualmente sono ancora studentessa di filosofia all’Aquila anche se a breve farò la rinuncia agli studi) e lavorare contemporaneamente. Così un giorno una mia amica mi propose di iniziare a posare per  un suo amico fotografo. Il primissimo shooting fotografico è avvenuto il 3 Maggio del 2022. Fin da subito, lo stesso fotografo ha notato qualità e determinazione in me e mi ha consigliato di continuare su questa strada. La passione è nata con il tempo: più posavo, più mi divertivo, più scoprivo lati di me che erano sempre rimasti all’oscuro e più mi piaceva! Sono ancora inesperta in tanti argomenti della moda ma fortunatamente la curiosità e la determinazione non mi mancano”.

Oggi sei una fotomodella professionista, quali sono stati i tuoi sacrifici?

“I sacrifici in questo lavoro sono all’ordine del giorno. Sicuramente il primo grandissimo sacrificio che ho ignorato quando ho iniziato questo lavoro è paradossalmente proprio l’aspetto economico.  Quando ho iniziato a posare, davo per scontato nella mia ingenuità che la fotomodella fosse un lavoro come tutti gli altri. Guadagnavo quei 50€ a shooting che mi bastavano per coprire spese extra per l’università e mi bastava. Tutto questo perché, come dicevo prima, la passione non è nata da subito. Quando ho iniziato a capire che volevo continuare questa strada, allora l’Aquila mi è iniziata a diventare stretta e volevo essere conosciuta anche in altre città. Così ho iniziato a contattare fotografi di Roma in TF e a pagarmi le trasferte da sola, ma i soldini non mi bastavano. Ho deciso così di trovarmi un altro lavoro per continuare quello da fotomodella. Ho lavorato all’Aquila all’interno di un’azienda di candele per 50€ e ho pulito un camioncino dal grasso di porchetta per 40€ a giornata con otto ore di lavoro. Sfruttata? Un pochino, ma la determinazione nel continuare la strada da fotomodella era più forte. Attualmente la mia sveglia è fissa alle 5:00 del mattino perché lavorando ogni giorno fuori l’Aquila ho trasferte sempre presto la mattina e prima delle 22:00/23:00 non ritorno mai a casa. Ne ho fatti tantissimi di sacrifici e ne continuo a fare, sicuramente il più grande sacrificio che ho dovuto fare è stato quello di staccare il cordone ombelicale dalla mia famiglia. Per continuare questa strada purtroppo prima o poi si perde qualcuno o qualcosa di importante. Io ho perso la mia famiglia adottiva, ho subito l’abbandono per la seconda volta, ho rivissuto il vuoto interiore in maniera più forte e consapevole. Ma non mi sono mai arresa, ho deciso di continuare e ora sono più forte di prima”.

Oltre ad essere fotomodella svolgi qualche altro lavoro?

“Attualmente la fotomodella è l’unico lavoro che svolgo. Mi sto informando per qualche lavoro come comparsa quindi spostarmi nel mondo del cinema e della televisione. Questo sarebbe il mio secondo sogno. Voglio però prima studiare il mondo del cinema perché ne sono all’oscuro e formarmi come artista professionista a 360°”.

Le tue origini sono Colombiane come sei in Italia?

“Io sono nata in Colombia ma sono stata adottata all’età di 6 anni insieme a mio fratello biologico da una famiglia pescarese. l’Italia mi piace ma spero un giorno di tornare nella mia Nazione perché mi piacciono tanto i colori e la dolcezza della gente”.

Quando instauri una collaborazione in genere quali sono le tue condizioni per accettare?

“Io tengo tantissimo all’educazione e alla professionalità. Se mancano fin dall’inizio questi due pilastri, allora la collaborazione non si crea. Chiedo che il mio lavoro sia rispettato tanto quanto quello del fotografo. Mi è successo spesso di dover allontanare persone che non si comportavano bene ma in quei casi l’ho fatto sempre con rispetto ed educazione”.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri e a cosa aspiri?

“Voglio che la fotomodella sia solo un trampolino di lancio per progetti più grandi come quelli di entrare nel mondo del cinema e della televisione. Ricordo che da piccolina dicevo sempre che volevo essere un’attrice e mi immedesimavo  in ogni ruolo che vedevo nei cartoni animati. Ero proprio buffa”.

Al di fuori dei riflettori chi è Luz?

“Luz è una donna che ha sempre affrontato i problemi da sola. Ho la presunzione di chiamarmi “donna” e non “ragazza” perché l’infanzia e l’adolescenza non so nemmeno cosa siano. Non so cosa sia la spensieratezza e il gioco o l’avere un gruppo di amici. Sono cresciuta troppo in fretta ma sempre con il sorriso sul volto. Il sorriso è la mia arma a doppio taglio, mi permette di indossare una corazza ma allo stesso tempo è il mio simbolo. È diventato così tanto il mio simbolo che il mio ragazzo mi chiama Smily (Smile al femminile)”.

Cosa ti rende felice?

“Questa domanda è molto particolare perché è come chiedere “Dio esiste?”. È una domanda che alcune volte non ha risposta semplicemente perché non si sa. Io non so cosa mi rende felice, ma so che mi devo tenere stretto nella memoria ogni piccolo momento in cui il cuore mi si riempie di gioia. Non devo dimenticarlo perché quando sarò a pezzi, saranno proprio quei momenti belli a risollevarmi da terra”.

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