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Favorire l’incontro tra popoli attraverso il commercio e la green economy

Intervista a Cristina Di Silvio, portavoce della United States Foreign Trade Institution

Cristina di Silvio è una donna che sa unire due aspetti apparentemente inconciliabili: l’estrema concretezza e l’idealità romantica di chi ha un cuore. I suoi svariati impegni e ruoli hanno un unico comune denominatore: filantropia, ovvero fare del bene. In una struttura societaria sempre più asettica e “programmata” Cristina va controcorrente, dimostrando con i fatti cosa significa essere liberi.

Dottoressa di Silvio, ci parli della United States Foreign Trade Institute, di cui lei è portavoce.

“Rappresento l’Istituto del commercio estero degli Stati Uniti, che è un’organizzazione autonoma presente in tutto il mondo e dedicata a promuovere il commercio globale, gli investimenti e la green economy fornendo informazioni, promuovendo l’istruzione e la comprensione delle principali questioni economiche, sociali e culturali tra i paesi. L’istituto è stato fondato nel 1995, diventando la prima organizzazione mondiale che promuove lo scambio commerciale e gli investimenti bilaterali. Ha sede nella città di Miami, crocevia finanziario e commerciale tra le Americhe, con sede logistica a Washington ed offre alla comunità internazionale un forum per il libero scambio di informazioni e idee, nonché l’opportunità di partecipare direttamente al commercio estero e missioni di investimento, fiere mondiali e conferenze internazionali in materia di commercio, economia e sviluppo mondiale. In aggiunta, sosteniamo progetti umanitari, infatti abbiamo associazioni in essere con l’ONU e con l’UNESCO e ci occupiamo inoltre di finanziare in tutto il mondo governi, società già esistenti e start up. Potrei riassumere affermando che operiamo nel settore del business impegnandoci parallelamente anche in operazioni concernenti i diritti umani”.

Lei è una donna davvero pragmatica e fattiva. Quali delle sue attività la rende più orgogliosa?

“Fortunatamente i miei incarichi mi fanno vivere esperienze professionali in un mondo eterogeneo e ricco di diversità visto che la mia attività si svolge sia in campo nazionale sia in quello internazionale. Ho quotidiani ed assidui contatti che spaziano dal settore imprenditoriale a quello istituzionale, da quello diplomatico a quello politico ma anche con gente comune, amici, colleghi insomma vivo un mondo ricco di aspetti e sfaccettature che arricchiscono la mia professionalità, ma anche la mia vita personale. Ma l’attività che mi rende più orgogliosa è quella legata alla solidarietà: ho cominciato come volontaria all’Ospedale Bambino Gesù e poi con la Caritas ho fatto diverse missioni all’estero. Poi, grazie all’impegno profuso tramite i miei incarichi in- ternazionali, sono stata nominata nel 2021 Peace Ambassador e nel corrente mese ho ricevuto l’incarico di International Chairman (European & Schengen Countries), per l’Italia della Mother Teresa International Foun- dation (MTIF)”.

L’Ucraina è al centro della tempesta. Al di là di ogni giudizio personale sugli eventi in corso, cosa prevede per questo martoriato paese una volta terminato il conflitto?

“Predire è sempre una cosa altamente rischiosa, e comprendere profondamente la situazione attuale è cosa altrettanto complicata essendoci molteplici attori che stanno giocando ruoli di assoluta preminenza e con continui rovesciamenti di fronte. Lo scorso mese di febbraio ho avuto modo di partecipare all’interessante evento ‘Rebuild Ukraine’ tenutosi a Varsavia dove hanno partecipato le più grande aziende europee appartenenti a diversi settori, pronte ad intervenire per iniziare la ricostruzione di quello sfortunato paese e dunque sia dall’Europa sia dagli USA partiranno importanti operazioni di sostegno e ricostruzione del territorio ucraino. Non posso dunque prevedere alcunché ma posso auspicare con tutte le mie forze il ritorno della pace in quell’area così duramente provata. Quello che personalmente mi preme di più inoltre è constatare la continua, atroce violazione dei diritti umani. La crisi in Ucraina sta mettendo a repentaglio i diritti di milioni di persone. Il popolo dell’Ucraina vive costantemente terrorizzato e brutalizzato con la paura di non riuscire a procurarsi da mangiare, e di non poter proteggere i propri cari e senza riuscire per il momento ad intravedere uno spiraglio… dunque, con grande amarezza ed apprensione devo dire che ritengo davvero difficile se non impossibile al momento fare previsioni in questo scenario catastrofico ed in continua evoluzione…”.

Secondo lei gli Stati Uniti sono in un momento della loro storia positivo o negativo da un punto di vista dell’egemonia globale?

“Non sono un’analista politica dunque non ritengo corretto esprimere un giudizio su un argomento così complesso e delicato. Ho avuto modo di leggere un articolo recentemente pubblicato nella prestigiosa rivista ‘Foeign Affairs’ scritto da Andrew J. Bacevich, professore emerito di Storia e relazioni internazionali alla Boston University, nel quale afferma che gli Stati Uniti non sono riusciti a imparare dai molti errori commessi nei conflitti armati che li hanno visti impegnati all’estero nel corso degli ultimi decenni, dal Vietnam fino all’Afghanistan e all’Iraq. Egli ritiene che la guerra attualmente in corso in Ucraina possa essere un’ultima possibilità per l’amministrazione americana di abbandonare la pericolosa illusione di credere che ciò di cui il mondo ha bisogno per essere ‘sicuro’ e in pace sia la prevalenza della potenza militare statunitense. Non desidero esprimere valutazioni in merito, ma posso affermare che, per quanto riguarda me e l’Istituto statunitense che rappresento, siamo da sempre impegnati a promuovere attività globali volte al superamento delle differenze, al rafforzamento dei rapporti tra le diverse comunità, a sviluppare gli scambi commerciali e culturali e al consolidamento della pace in ogni paese ovunque esso si trovi: questa è la leadership globale che fortemente vorremmo e che auspichiamo”.

L’Unione Europea a volte sembra sorda a certe specificità nazionali. Da un suo punto di vista sarebbe opportuno porre delle modifiche al modus operandi dell’Unione Europea?

“Dal 1957 l’Unione europea ha ottenuto formidabili risultati per i suoi cittadini: un continente in pace, dove vi è la libertà dei suoi cittadini di vivere, studiare o lavorare ovunque nell’UE senza alcun problema o preclusione, è il più grande mercato unico del mondo e fornisce aiuti ed assistenza allo sviluppo per milioni di persone in tutto il globo. Abbiamo pace e stabilità con diritti e tutele per tutti i cittadini europei. Vi sono ovviamente molti meccanismi che andrebbero migliorati e senza dubbio vi sono punti di vista differenti tra i diversi paesi che ne fanno parte che a volte generano frizioni tra partners e molto ancora si dovrà fare per sostenere le specificità che rendono unico ogni singolo Paese dell’Unione Europea come ad esempio, per quanto riguarda il nostro Paese, la tutela ed il sostegno del ‘Made in Italy’, ma non dimentichiamo mai il senso di sicurezza e protezione che ci dona questa grande famiglia e il bene più prezioso che ci garantisce: la Libertà”.

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