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Schlein, Meloni e Tomasi di Lampedusa

Sapete? È divertente poter scrivere per fare il punto della situazione politica in Italia con l’arrivo di due nuove paladine della destra e della sinistra attuale che sono la Meloni e la Schlein.

Intanto vorrei focalizzare l’attenzione nuovamente su questa ultima ragazza ad un mese dalla elezione a segretaria del partito dei lavoratori per eccellenza che in linea prettamente astratta è il Pd.

Come ben sappiamo la Schlein ha vinto su Bonaccini, esautorando la vecchia nomenclatura del partito, ed èvista come una ventata di novità nel panorama politico a sinistra che ha in Marco Rizzo – il Bombacci de noantri – il più acerrimo nemico.

Non torno, perché non mi voglio abbassare a tale punto, sugli insulti sessisti su questa ragazza e sulla sua bisessualità condita da fotomontaggi di una cattiveria inaudita per la sua presenza scenica che non brilla, laddove le più cattive sono sempre le donne che, permettetemi, sono le peggior nemiche delle donne.

Il problema invece è altro ed è la certificazione che il Pd sia diventato il partito della upper class e svilendo quindi la tradizione che nasce a Livorno con la fondazione del vecchio PCI e tradendo l’ideale ad esso connesso.

Sul punto, complice un Landini della CGIL che mi dà l’impressione che non tuteli affatto i lavoratori (e sul punto basti pensare che auspicava sanzioni dure verso i lavoratori che non si volessero vaccinare e perdendo il posto di lavoro), la Schlein parla solo di ciò che è il vissuto personale e cioè la tutela delle coppie omosessuali, LGBT e immigrazione che deve essere rinforzata non tanto per sentimento di umana pìetas, quanto perché – come afferma anche Confindustria (il che è tutto dire ) – manca la manodopera a bassissimo costo.

Perché i neri africani sono più accomodanti e non hanno la “avvilente” pretesa degli italiani di avere il giusto salario e le tutele sindacali a fronte del lavoro svolto.

E sembra che il Pd stesso non si stia rendendo conto di questa debacle ideologica che sta facendo scomparire – salvo qualche enclave di super snob che sono ai Parioli di Roma o in San Babila a Milano (un tempo presidio del Fronte della Gioventù) – il partito perché gli operai, le manovalanze di ogni genere e chi sta sotto padroni poco illuminati, non si riconoscono più in questo Pd che ha cominciato la parabola verso il nulla cosmico con Veltroni e il suo modello statunitense e l’affermazione I care (ci tengo) che più che qualcosa di innovativo sembrava una grandiosa presa in giro.

Ci tengo al portafoglio forse intendeva.

Veltroni con la sua aria da primino della classe, che basava la sua sinistra in un socialismo dal volto umano (un ossimoro), ha dato quella spinta verso la upper class snob che schifa gli operai che si sono rivolti a destra, operai che hanno le palle piene di uteri in affitto, in comodato d’uso, di rent to buy e chi più ne ha più ne metta, uniti ai movimenti dei diritti civili (mai saputo dell’esistenza dei diritti incivili) per i diversamente copulanti, ma guardando, con italico vigore, ai propri interessi che si sostanziano in un salario equo e di occupazione.

Una sinistra che parla come la destra quando si discute di meritocrazia laddove la sinistra dovrebbe portare allo stesso risultato tutti, ma proprio tutti indipendentemente dai meriti.

Un tradimento al pari dell’8 settembre 1943, ma senza morti.

E quindi hanno guardato altrove, a questa pseudo destra della Meloni – che è un flop al pari della Schlein – sulla base di un aforisma di Ennio Flaiano“Io non sono comunista perché non me lo posso permettere”.

Quando parla il capo del Governo, sembrano i comunicati dell’Istituto Luce dell’epoca fascista (anche per il tono che usa) in cui si spacciavano per vittorie strategiche battaglie sul fronte russo mentre eravamo invece nella sacca di Nikolaevka che è la nostra Unione Europea.

Perché non mi sembra che ci sia all’orizzonte un programma politico diverso rispetto ad un Draghi di cui ha adottato l’agenda per non fare dispiacere all’Europa, tanto che la benzina costa come l’oro e fare la spesa al supermercato diventa un martirio sempre per le solite classi sociali che non arrivano a fine mese.

Non c’è una politica di contrasto verso la grande industria che ha decentrato sedi e stabilimenti per pagare di meno e aumentare il profitto, ma si va avanti a colpi di bonus che fanno prendere poi infarti veri agli utenti illusi da tale miraggio come per quegli abbocconi del 110%.

Sono entrambi il frutto di una ideologia che si è appiattita sulla deriva calvinista del profitto e quindi guardano al modello USA come qualcosa di inimitabile e a 90° verso di essi, al punto che si inviano armi su armi in Ucraina nonostante i sondaggi affermino che gli Italiani se ne sbattano bellamente di tale conflitto perché i problemi sono altri e che non saranno risolti mai.

Difficile spiegare ad un elettore di vera destra l’utilità che il Governo abbia stanziato quasi 12 miliardi per l’invio di armi in Ucraina e contestualmente non innalzare – ma contingentare – le pensioni perché ce lo hanno chiesto gli USA.

La Meloni va avanti a colpi di spot sulla famiglia tradizionale facendo infuriare i grandi giornali di Confidustria come La Stampa e Il Corriere della Sera e qualche artista che vuole nuova visibilità facendo outing tardivo e scabroso nei particolari.

Ma sempre di spot si tratta perché poi nella opulenta Milano si abbandonano i figli nella culla della vita perché non si hanno i mezzi per mantenerli e sancendo la sconfitta di una politica verso le madri che grida orrore al pari delle madri incubatrici con uteri in affitto, non potendo esistere un concetto di maternità a corrente alternata.

Per cui di Destra non c’è nulla, neanche una piccola somiglianza perché non basta dire la parola Patria per sentirsi di destra e non sentirsi presi in giro.

Entrambe le ragazze leader non hanno speso una parola sull’ambiente, sulle nostre campagne violentate da fabbriche che rimangono mausolei dell’effimero capitalistico, sui centri storici vuoti e cadenti a pezzi per attuare piani regolatori elaborati da somari e aggredendo gli ultimi orti cittadini di primissima periferia per rilanciare il settore edilizia e far circolare il denaro.

Un dibattito che va avanti a post su Fb a cui si sono accodati i sindaci di tutte le città staliane senza distinzione di partito.

Perché in Italia oramai, comandando l’Europa a trazione tedesca, votare è diventata una perdita di tempo.

Ecco quindi che ci viene in soccorso Tomasi di Lampedusa: tutto cambia perché nulla cambi.

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