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Da Gramsci alle primarie, il nuovo PD di Elly Schlein

La svizzerotta statunitense e perfino italiana Elly Schlein è stata eletta, con le primarie, segretaria del PD.

Quindi dopo un capo del governo donna, abbiamo un capo della opposizione donna.

Almeno su questo punto ci si sta avvicinando alle grandi social democrazie europee e superato, quindi, l’atavico maschilismo italico in cui le donne hanno sempre contato – in tutti i campi – come il due di coppe con briscola a bastoni.

Il tempo sarà giudice se in entrambi i casi sia stata una scelta scellerata o meno in considerazione che, la Meloni e la Schlein, posso essere il trampolino di lancio per tutte quelle donne che vivono e lavorano nell’ombra.

Di converso, se falliscono, c’è il rischio che si ritorni all’oscurantismo luterano.

Di sicuro non hanno vinto due donne in base alle quote rosa (manco fosse il WWF), ma due donne con i relativi programmi che è ben diverso.

Non ho voglia di parlare della Meloni perché mi viene l’orticaria quando la stessa è considerata di destra dimenticando che è atlantista.

Un problema concettuale di fondo che i veri elettori di destra stigmatizzano e che non l’hanno giustamente votata.

Ma parlerò di questa ragazza del PD che si è affacciata nel panorama politico italiano e devastando la vecchia nomenclatura del PD che – allo stato attuale – sembra aver fatto scuola più in via del Gesù (sede della vecchia DC) piuttosto che a Botteghe Oscure (sede del vecchio PCI).

Non per nulla la nostra nuova paladina dei diritti civili è sponsorizzata dall’ex Ministro Dario Franceschini, ex DC, che al Ministero dei Beni Culturali ha lasciato macerie.

Questo ha comportato inevitabilmente la perdita di una identità di vera sinistra nata con Gramsci e morta con Berlinguer, preferendo più un Aldo Moro o Giorgio La Pira.

In sostanza catto-comunisti che per me è un ossimoro.

La ragazza in questione è già oggetto di bersagli da parte dei soliti noti e con caricature sulla sua non bellissima presenza scenica cui va aggiunto un palese antisemitismo, perché ebrea e moderna bisessuale, con una aggressività che fa il paio con immagini della Meloni a testa in giù evocando Piazzale Loreto.

Questo non perché gli italiani siano maschilisti o misogini, ma solo perché le opposte tifoserie fanno a gara di rutti non valutando i programmi da discutere a livello politico.

Perché siamo ancora fermi all’8 settembre 1943, cosa che fa molto più comodo alla sinistra attuale che ad ogni scorreggia grida al fascismo, consegnato invece alla storia.

Attaccando sempre la Meloni su tutto si sono visti i risultati e vedremo se la Schlein seguirà lo stesso percorso che più viene attaccata più avrà possibilità di successo.

La Schlein è sicuramente una donna molto intelligente, ma non viene dalla base del popolo, tutt’altro.

Appartiene a quella upper class straricca che diventa di sinistra non per credo politico, ma per rimorsi di coscienza, tipico di una vecchia classe di benestanti che ha fatto fortuna sulla pelle dei lavoratori.

Un mondo al contrario.

Negli anni ‘80 quando andavo in giro con la Lacoste, frequentavo il liceo classico e con un padre con due lauree, venivo rincorso per le vie della mia città dai militanti di Lotta Continua che erano i figli degli operai e braccianti agricoli che vedevano in me il figlio del padrone.

Il liceo classico era considerato, da loro, un covo di fascisti perché proiettati verso l’Università mentre loro – in molti – rimanevano al palo.

Oggi sono quelli in Lacoste – laureati – che votano a sinistra e schifano gli operai che votano a destra perché considerati impregnati di analfabetismo di ritorno e minus habens in quanto non hanno studiato con buona pace per Gramsci e il diritto allo studio di cui ho parlato in un mio precedente editoriale.

Qualcuno potrà obiettare che non c’è scritto da nessuna parte che uno di sinistra deve essere necessariamente povero.

Ora, non deve essere povero uno di sinistra, ma almeno aver fatto la gavetta sociale dal basso verso l’alto per capire la vera sofferenza di un popolo che arriva malamente a fine mese trovandolo più consono alle idee del partito che andrà a governare.

Perché capirebbe quelli che sono i problemi di un elettorato che si sente tradito negli ideali gramsciani a favore della upper class citata plutocratica e massona.

E la Schlein, al di là dei proclami, saprà capire realmente le problematiche di chi vive nella sofferenza e non pensare solo alle battaglie LGBT piuttosto che alle battaglie per il salario e l’occupazione?

Ha, infatti, parlato principalmente dei diritti dei diversamente copulanti, un po’ di ambiente che non guasta mai e di immigrazione, senza accennare alle lotte per l’occupazione e all’alzamento dei salari.

Rischia così di aumentare il divario tra il popolo che pensa giustamente alle preoccupazioni di arrivare a fine mese e chi è paladino di diritti perché la sensazione che emana è quella di una Franca Valeri e la signorina snob.

Non si sa quale sarà il risultato perché è da capire se l’elettorato che ha votato la Schlein alle primarie piuttosto che Bonaccini lo ha fatto più per spazzare via il vecchio apparato di parrucconi ottocenteschi del partito piuttosto che per valorizzare più un programma rispetto all’altro, ma certo è che si sta profilando un scontro politico sui contenuti interessanti tra una borgatara e una sostanziale rappresentante del mondo dei Parioli di Roma.

Le grandi testate giornalistiche italiane hanno sempre stigmatizzato i discorsi della Meloni perché ha parlato alla pancia degli italiani e i risultati – con grave scorno delle testate stesse – si sono visti.

La Schlein non so se riuscirà a capire quale siano le esigenze del suo elettorato per ribaltare l’emorragia di voti che sta caratterizzando il PD, ma certo è che deve rianimare un cadavere che non è più a tutela delle classi sociali basse, ma espressione di una intellighenzia che vive in enclave di ricchezza.

Schlein è il risultato snob di un certo modo di vedere le questioni che parte dai sermoni alle donne di Chiara Ferragni che va a prendere gli aperitivi in quota in elicottero, passando per Greta che ha assunto più importanza di premi Nobel della fisica, sino ad arrivare alla ricchissima nuova segretaria del PD che non ha lavorato – cosi risulta – un solo giorno e va a rappresentare il partito dei lavoratori per eccellenza.

Antonio Gramsci affermava: “I più calmi, sereni e misurati sono i contadini; poi vengono gli operai, poi gli artigiani, quindi gli intellettuali, tra i quali passano raffiche improvvise di follia assurda e infantile”.

Chissà cosa ne penserebbe della Schlein.

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