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“Operazione Oro Liquido”, le mafie alla conquista del mondo

Il nuovo volume del criminologo Domenico Romeo, indaga gli affari e le nuove frontiere del crimine: dal traffico di esseri umani al dark web

Domenico Romeo è criminologo presso l’ANCRIM di Milano, criminalista presso l’ACISF di Reggio Emilia e docente di Criminologia presso il Master di specializzazione biennale in Criminologia e Scienze Forensi Formazione Promethes. Con “Operazione Oro liquido. Come le organizzazioni criminali nel mondo e le cellule del terrorismo internazionale hanno conquistato il mercato grazie alla pandemia Covid” (Falco M. Edizioni) indaga sugli affari della malavita organizzata: traffico della droga, traffico di migranti, tratta di essere umani, pedopornografia, frodi informatiche, riciclaggio, usura, corruzione e finanziamento al terrorismo internazionale.

Nell’indagine finiscono anche i colletti bianchi e il dark-web, dove il crimine è il sottobosco di un mercato nero in cui brulicano i professionisti della cybercrime. Mafie internazionali che comunicano con circuiti segreti, crittografati e bioterrorismo di matrice ideologica all’assalto della scienza. Un viaggio dentro le organizzazioni criminali e le cellule del terrorismo internazionale, descrivendone ogni aspetto e strategia per conquistare mercati, società, imponendo consenso e potere approfittando della pandemia.

Perché e cosa è “Operazione Oro liquido”?

«Il termine “oro liquido”, che ci riporta al titolo del libro con la sola aggiunta del termine “operazione” (Operazione Oro Liquido, per l’appunto), è strettamente collegato a quanto dichiarato dall’ Interpol qualche mese fa per bocca del segretario generale Jurgen Stock. Lo stesso, difatti, mesi addietro, dichiarò apertamente in una specifica relazione che “c’è il serio rischio che i vaccini possano diventare l’oro liquido delle mafie”. In relazione a ciò, nel libro, in un capitolo ad hoc, si analizzano queste forme di ingerenze anche attraverso le forme di collaborazione fra la mafia giapponese (la Yakuza) e la mafia cinese (la Triade), un serio rischio paventato dall’organismo investigativo anzidetto. Concetto di “liquidità” che, all’interno del libro, viene richiamato in diverse forme a cominciare dal concetto di “mafia liquida”, definito nel 2008 dalla Commissione parlamentare antimafia nel 2008 (la N.C.O, ossia la Camorra, ad esempio, adopera perfettamente i connotati della cosiddetta “mafia liquida”, in quanto organizzazione di tipo pulviscolare). Concetto di liquidità che si richiama oltretutto al concetto di “modernità liquida” di Bauman (ossia lo sgretolamento di valori etici già consolidati per via di una società in cui il relativismo vuole imporsi come dottrina dominante) e concetto di “liquidità” che si riconduce ai fiumi di economia sommersa ed illegale che durante la pandemia si acuisce nei delitti internazionali legati al riciclaggio di denaro».

Mafie e terrorismo, ci sono rapporti? «La pandemia ha messo in risalto un aspetto sociale inequivocabile: il male, a volte arriva prima, si fa trovare più preparato rispetto al tessuto connettivo facente capo alla società civile. Pertanto, all’interno del libro, si diversificano i ruoli delle organizzazioni criminali che hanno agito durante i lockdown prolungati: cartelli criminali dalla matrice terroristica ed internazionale e cartelli criminali dalla matrice strettamente mafiosa. Fra le rispettive organizzazioni non si è registrato un patto di collaborazione ufficialmente accertato e certificato da operazioni interforze, bensì una spartizione di ruoli, compiti, territori, in forma subdola, non dichiarata, finalizzata alla conquista del mercato e del territorio».

Due capitoli sono dedicati a sport e droga, qual è la situazione?

«Le mafie autoctone hanno sondato tutto il mercato e, relativamente allo sport, non hanno tralasciato il business delle scommesse sportive. L’aspetto trascendentale ed incredibile della vicenda si è vissuto nell’ est Europa addirittura a campionati fermi quando entourage criminali sono riusciti ad organizzare finti incontri di calcio, frodando nelle scommesse. Nel caso di specie si è agito in un know how basato su sodalizi talmente preparati che sono riusciti a creare sinergie fra cybercrime e shadow economy (economia sommersa illegale). Riguardo la droga l’aspetto è ancora più complesso ed entriamo nel merito della trasnazionalità del fenomeno. Le mafie, o le organizzazioni terroristiche dedite al traffico della droga, si sono dovute adeguare ad un cambiamento del mercato per la crisi della produzione dell’eroina e della cocaina e questo ha prodotto la nascita di un nuovo target di assuntori seriali che si sono catapultati sull’utilizzo di sostanze surrogate (crack, acido lisergico, metanfetamine e quant’altro)».

Tratta di esseri umani, prostituzione e migranti, sono la cassaforte della criminalità insieme alla droga?

«Con queste fenomenologie entriamo nel cuore dell’establishment criminale attivo in periodo di pandemia. Tutte queste dinamiche, oltre ad avere prodotti fatturati colossali e descritti nel libro, hanno una matrice comune, un denominatore analogo: la dark web, l’ambito più estremo, plumbeo, della cybercrime. La dark web è un circuito oscuro, segreto, accessibile solo mediante appositi sistemi crittografati, in cui gravita una zona franca del male a 360 gradi. Un regno invisibile dove molte ragazze, dapprime sequestrate in talune zone del mondo, vengono deportate nell’immediatezza e conseguentemente esposte in un mercato di vendita ed utilizzate come baratto per droga e contrabbando. Un mondo nero dove la zona grigia internazionale si muove in una logica di mercato simile e parallela alle norme del mercato reale e legale, in cui la legge della domanda e dell’offerta viene applicata non più outdoor, ma indoor, con impressionanti congiunture legate, altresì, alla pedopornografia. Queste e tante altre dinamiche vengono descritte con dati oggettivi, inequivocabili ed analoghi, in relazione alla tratta degli esseri umani in tempo di lockdown».

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