Si è tenuto, presso la Sala della Vaccara di Palazzo dei Priori, lo scorso 17 aprile un convegno dal titolo “Umbria, terra di cammini, vie ed itinerari. Prospettive e strategie”. L’evento, organizzato dal Dipartimento attività ed iniziative editoriali di Fratelli d’Italia, prevedeva la relazione di Jacopo Caucci von Saucken, professore di Lingua e letteratura spagnola presso l’Università degli studi di Firenze e membro del Centro Italiano Studi Compostellani.
La conferenza ha preso il via con il delineare le categorie di cammini, vie ed itinerari, confusi nell’immaginario collettivo, ma completamente diversi gli uni dagli altri. Il discorso si è, poi, articolato sulla descrizione di quello che è il cammino per antonomasia, ovvero, quello verso Santiago de Compostella. Utilizzando sia aneddoti personali, come quello della prima percorrenza del cammino con il padre nel 1984, sia nozione storiche il professore ha illustrato come la ripresa di questo pellegrinaggio, a partire dagli anni Novanta dello scorso secolo, sia corrisposto alla rinascita dei centri attraversati dai pellegrini e di come le istituzione, locali e nazionali, si siano messe all’opera per valorizzare questo patrimonio.
Il confronto è venuto quasi spontaneo con l’Italia, che a sua volta abbonda di cammini, ma slegati gli uni dagli altri, senza una direzione e che invece di portare turisti e migliorare l’economia delle zone interne l’affossano, sia per poca lungimiranza delle amministrazioni locali sia per quella di albergatori e ristoratori. Caucci von Saucken evidenzia, infatti, come il governo spagnolo abbia creato un comitato, unico e unitario, che sovrintende a tutta l’organizzazione e all’utilizzo dei fondi, tanto spagnoli quanto europei, e che i commercianti nei borghi attraversati applichino prezzi fissi e calmierati per i pellegrini, in modo tale che il pellegrino spenda, al massimo, trenta euro al giorno per vitto e alloggio, a differenza di alcune vie in Italia dove solo cinquanta euro servono per l’alloggio.
Il professore ha, quindi, posto un quesito alla platea e, indirettamente un invito, alle amministrazioni pubbliche umbre cosa fare per valorizzare i cammini, le vie e gli itinerari che abbondano in Umbria. La risposta è implicita, copiare il modello spagnolo, superando le bandiere degli schieramenti politici per valorizzare il patrimonio culturale e paesaggistico della regione. A questo va aggiunto un punto, non è solo valorizzazione del patrimonio culturale, ma è un’occasione di risollevare l’economia umbra, altalenante negli ultimi anni, e di far riprendere quelle zone definite interne e in via di spopolamento.
È necessario, quindi, un cambiamento strutturale, un’impostazione seria e fattiva, altrimenti si rischia di perdere occasione importanti come quella del Giubileo, toppato clamorosamente dalle amministrazioni comunali, si pensi al capolugo di regione, Perugia, che non ha messo in campo un piano turistico in grado di attirare pellegrini, non solo da Roma, ma neanche dalla vicina Assisi, e neanche un piano di accoglienza, ma ci si è limitati a nominare un consigliere comunale a delegato per il Giubileo, azione che da sola non basta a coprire tutte le esigenze che eventi di questo valore comportano. Sperando che si prenda la strada giusta per la valorizzazione di cammini, vie ed itinerari.