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sabato, Aprile 19, 2025

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Di auto elettriche, tradimenti e Rocciata

Diciamo che stiamo vivendo un periodo storico un po’ particolare e i più saggi hanno paura delle decisioni dell’Unione Europea a trazione tedesca in merito a cosa fare per l’Ucraina.

Ma non è questo l’argomento in cui la “badogliana” Meloni ha smentito se stessa in ordine alla sovranità dell’Italia appiattendosi alle decisioni dell’Europa e tradendo il suo elettorato di destra che vedeva in lei la nuova Margaret Thatcher, l’ex Primo ministro del Regno Unito e ritrovandosi tra le mani la massaia di Voghera, quanto la questione che sta investendo due umbri per eccellenza che abitano a Foligno e che sono i coniugi Fratoianni-Piccolotti.

Indubbiamente è una bella coppia affiatata anche di bella presenza scenica, soprattutto la dottoressa Piccolotti, che per un verso o per un altro imperversa sui social ora per uscite politiche esilaranti ora – pur minime- per le chiacchiere sui loro stipendi parlamentari stellari a fronte dell’elettorato che dovrebbero rappresentare.

In effetti in due, portare a casa circa 350.000 eurini l’anno, fanno la differenza.

Sono i portavoce di Alleanza Verdi e Sinistra e quindi, per motivi d’ordine pubblico, sono ovviamente nel giusto e loro pensano di essere infallibili come il Santo Padre.

È emerso che hanno un auto elettrica Tesla di produzione del nazista (a detta loro) Elon Musk a motivo del quale hanno deciso di venderla.

Un comportamento puerile da paura perché se io avessi una Renault non significa che appoggio Macron, ma tant’è.

Ma non è questa la questione quanto le uscite paradossali che i nostri campioni hanno spesso.

La Piccolotti è la tipica concittadina che non riesce a stare zitta e tutti abbiamo in mente quando in Parlamento si lamentò che si doveva alzare presto per andare al Parlamento stesso con il risultato che sui social le battute erano giustamente feroci perché la stessa si lamentava dell’alzarsi presto a fronte di 15.000 euro di appannaggio mensile a fronte del suo potenziale elettore che si alza alle cinque e prende 1.500 euro.

Facendo una figura barbina.

Poi la questione della Tesla.

Ora se Fratoianni, da quel che appare sui social, ha fatto una figuraccia nell’affermare che era della moglie (e non è amore puro!), la stessa ha affermato che detta auto l’aveva pagata poco, cioè ben 47.000.

Ed è su questo che mi concentro.

Al di là che la coppia in questione è stata massacrata da Gramellini sul Corriere della Sera, anche io ho in animo non tanto di accodarmi al massacro, quanto quello di evidenziare la falsità di una certa sinistra che se fosse ancora vivo Berlinguer o addirittura Togliatti, una coppia come quella Fratoianni-Piccolotti sarebbe stata ospite in qualche gulag siberiano.

Nell’immaginario di chi come me cresciuto quando i referenti di ogni colore politico erano Almirante, Berlinguer stesso, Craxi e Andreotti, in cui la sinistra era considerata il partito dei lavoratori per eccellenza con epiche battaglie sindacali per i diritti di chi era sfruttato dai padroni, adesso mi ritrovo queste persone qui che affermano che pagare poco un auto 47.000 euro si sfocia non nel folcloristico, ma direttamente nella vergogna.

Si potrà obiettare che per loro due 47.000 euro sono un mese e mezzo di stipendio parlamentare a motivo del quale – per loro – è costata poco.

Ma come si fa a dirlo se devi a interfacciarti con i tuoi elettori che lo stesso importo lo guadagnano in due anni e mezzo con enormi sacrifici?

È il problema endemico di una certa sinistra che si sdoganò al lusso con Bertinotti che vestiva di cachemire e beveva Sassicaia del 1998 e quindi prendendo in giro i suoi elettori che se ne sono accorti tardi.

Si potrebbe obiettare che non c’è scritto da nessuna parte che per essere di sinistra devi essere per forza non ricco perché ciò che conta è l’ideale seguito, ma se non hai il polso della situazione sulle difficoltà economiche di chi non arriva a fine mese perché non è un tuo problema, i proclami diventano poco credibili e si viene puniti in sede elettorale e augurandomi che scompaiano del tutto per evitare ulteriori danni gestionali.

È fin troppo facile dire che siamo avanti a radical chic quando in realtà si è di fronte a inguaribili snob che le difficoltà di altri le conoscono solo sulla carta stampata e gli africani solo in fotografia perché – alla fine – non sono più ancorati a certi valori della sinistra che è diventata il partito di caghini asseritamente intellettuali perché leggono l’orribile Repubblica, gestita da plutocrati che sfruttano i lavoratori.

Sono gli stessi che cantavano O bella ciao dai balconi di casa felici di essere reclusi in casa per la pandemia e tacciando di fascismo chi invece era sostanzialmente un giusto ribelle alle porcate governative durante quel periodo.

Di contro abbiamo una Meloni che si è rivelata peggio di questa sinistra al caviale che durante la campagna elettorale parlava di sovranità italiana in antitesi all’Europa e poi è andata a votare lo scellerato riarmo dell’Europa stessa e andando ad incarnare lo spirito badogliano che speravamo fosse sepolto.

In realtà la sindrome dell’8 settembre 1943 è nel DNA di tutte le parti politiche in questione se tale data è sinonimo di tradimento, ma non dell’alleato tedesco, ma dei propri elettori.

Al punto che non si può sottacere che – allo stato attuale – destra e sinistra sono identici e fanno arrabbiare le persone che hanno un barlume di intelligenza vivida.

E questo accade perché quello che comanda è il dio denaro e i bassi interessi di bottega al punto che, chi crede ancora in certi ideali politici, ha un conato di vomito quando si avvicinano le elezioni.

Rimane quindi che la coppia in questione, per riaccostarsi al proprio elettore, dovrebbe ricominciare ad assaggiare la rocciata che era il dolce dei poveri che abitavano le zone appenniniche folignate, ma non ne hanno il coraggio perché non sanno nemmeno cosa sia.

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