9 C
New York
giovedì, Marzo 20, 2025

Buy now

coverwisecoverwisecoverwise

La magistratura e la separazione delle carriere

Grande fermento sociale per l’ipotesi del governo Meloni di separare le carriere tra pm e giudicanti così da formare due Csm.

Sul punto l’articolo 107, comma 3 Costituzione, recita che “i magistrati si distinguono tra loro soltanto per la diversità delle funzioni”, ma si introduce il principio delle “distinte carriere dei magistrati giudicanti e requirenti”, la cui disciplina viene demandata alle norme sull’ordinamento giudiziario (articolo 2 del d.d.l., di modifica dell’articolo 102, comma 1 Costituzione).

Quindi a ben vedere non è ciò che blatera la sinistra in opposizione alla destra come attentato alla autonomia della magistratura, ma quanto previsto dalla Costituzione nata dopo la Resistenza con le parole diversità delle funzioni.

Quello che stupisce è che gli stessi magistrati tuonino contro questa riforma che riforma non è, ma soltanto l’applicazione della legge costituzionale che loro dovrebbero conoscere meglio di questo articolista.

Tale riforma su cui io non sono d’accordo per i motivi che spiegherò appresso, non va a minare – secondo me – la autonomia costituzionale della magistratura stessa come sancita dalla Costituzione e dire il contrario è folcloristico.

Il problema, infatti, è ben altro.

Due sono gli aspetti che si devono sottolineare, il ruolo del Csm (Consiglio superiore della magistratura) e l’Anm (Associazione nazionale magistrati) e vediamo il perché.

Il Csm è l’organismo di controllo dei magistrati su ogni cosa, anche dal punto di vista disciplinare che, invece, è spesso silente in relazione a comportamenti non proprio perfetti di magistrati sotto molteplici aspetti e che culminano in rarissime sanzioni che il più delle volte consistono nel solo spostare un magistrato da Torino ad Agrigento (un esempio) o affibbiargli la parola flessibile che significa tamponare momentaneamente un ruolo vacante in un determinato ufficio.

In pratica un tappabuchi dove il magistrato flessibile si ritrova da una parte all’altra di un circondario di Corte di appello di sei mesi in sei mesi per coprire falle organizzative da lui non create.

Sul punto la riforma Nordio prevede l’Alta corte disciplinare autonoma, ma composta da soli magistrati con il risultato che cambiando gli ordini degli addendi il risultato non cambia anche se si vuole fare apparire il contrario.

Ruolo centrale però è che paradossalmente l’Anm ha il controllo indiretto sul Csm citato, Anm che rappresenta i magistrati e avendo in seno ad essa varie correnti politiche.

Questo è il guaio perché se ci sono correnti politiche si capisce bene che viene meno l’imparzialità della magistratura che la butta in politica a motivo del quale viene etichettata di sinistra quando in realtà è solo autoreferenziale avendo tutti gli strumenti costituzionali che glielo permette.

E questo non viene capito dal Tribunale speciale di Facebook nell’eterno dramma della tipica tifoseria italiana dove si è accecati dalla ideologia politica su tutti i fronti.

Di fatto, anche qualora si arrivasse alla separazione delle carriere non cambierebbe nulla perché il primo passo che dovrebbe fare un governo è lo scioglimento dell’Anm che sta diventando un potere in contrapposizione allo Stato e quindi rasenta la sovversione ad opera di quei magistrati che la dovrebbero invece impedire.

Ma non oso immaginare cosa accadrebbe se il Governo Meloni decidesse lo scioglimento dell’Anm perché paradossalmente verrebbe etichettato come provvedimento fascista con tutte le conseguenze politiche e sociali ben intuibili.

E quindi rimarrà tutto come è.

Se invece lo scioglimento dell’Anm arrivasse da un governo di sinistra passerebbe come atto dovuto al pari della riforma dell’articolo18 dello Statuto dei Lavoratori (non un’ora di sciopero) o delle norme liberticide durante la pandemia Covid con relativa intonazione di Bella ciao quando sarebbe stato più pregnante Faccetta nera vista la privazione di libertà.

Per ovviare a questo stato di cose in considerazione che nelle grandi democrazie occidentali la separazione delle carriere è consolidata, si dovrebbe prevedere un controllo sulla magistratura inserendo gli avvocati (eletti con votazioni nazionali e non su designazione dei Consigli degli Ordini territoriali) e docenti di diritto con lo stesso criterio di elezioni nazionali e sempre formato da 15 componenti ma ripartiti in 5 magistrati, 5 avvocati e 5 professori universitari.

In tale modo si avrebbe un diverso polso della situazione, si svilirebbe il ruolo dell’Anm che fa il bello e il cattivo tempo nella magistratura e saremmo più contenti.

Ma sappiamo cosa è successo dopo la vergognosa vicenda di Palamara e cioè nulla di nulla, neanche un abbozzo di mea culpa della magistratura dopo che sono emerse le tresche poste in essere per accontentare il magistrato amico di una certa corrente e non per meriti professionali come invece dovrebbe essere.

E questo comporta che la stragrande parte dei magistrati, quelli che lavorano come muli che in udienza non si assentano per fare pipì e sono magistrati con la M maiuscola, se non hanno santi in paradiso (leggasi Anm), si ritrovano sballottati da una parte all’altra senza fare neanche carriera e rimanendo al palo iniziale, ma non iniziatico come i magistrati di prima nomina.

Avvilente per loro e per chi crede nella Giustizia suscitando in noi un moto esilarante la frase “la legge è uguale per tutti” quando non lo è neanche per i magistrati che non sono politicizzati dal correntismo dell’Anm.

Quindi una riforma farlocca che trova nella frase di Tomasi di Lampedusa il sunto di quanto posto in essere: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.

Spero di avere torto.

Related Articles

Stay Connected

0FansLike
3,913FollowersFollow
0SubscribersSubscribe
- Advertisement -spot_img

Latest Articles

porn sub ita