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L’esperimento di uccidere e la perdita di umanità

È di giorni fa la notizia che una ragazzino di 17 anni ha ucciso una donna rumena di 42 anni dopo che era stato agganciato sui social.

Ha affermato, confessando l’omicidio, che voleva capire cosa si provasse ad uccidere una persona, l’ennesima donna.

La questione è terribile e sconvolgente dal momento che l’affermazione, nella sua brutalità psichiatrica, diventa paradossalmente lo specchio dei tempi dove l’asticella delle emozioni – negative o positive – sono sempre alzate verso l’alto.

Intanto non vorrei essere nei genitori del diciasettenne come non vorrei essere in nessun genitore che ha un figlio omicida dal momento che – a meno che ci si trovi in famiglie a rischio e non è detto che l’omicidio accada ad opera di un figlio sbandato di dette famiglie – non credo assolutamente che i genitori non abbiano cercato di educare al meglio il pargolo anche se in maniera distratta non cogliendone il disagio di fondo.

Ora se da una parte essere genitore diventa la professione più difficile del mondo dal momento che come si fa si sbaglia, rimane indubbio che nei tempi attuali esserlo diventa qualcosa di eroico e motivo del quale, con un popolo stanco come quello italiano che ha perso lo smalto del sorriso, la natalità è ai minimi storici.

Se ci fate caso donne incinte non ci sono più o, se ci sono, sono donne di origine extra comunitaria.

Qualche partito politico afferma che si stia arrivando alla sostituzione etnica con una cittadinanza multirazziale, termine orribile laddove preferisco di gran lunga multinazionale perché nel termine razza si torna indietro alle leggi fasciste del ‘38 del secolo scorso.

Se si analizza al meglio la questione, però, senza pregiudizi ideologici – destra sinistra centro – ci si accorge che il problema non è la denatalità italiana, ma il sistema sociale italiano che fa acqua da tutte le parti per due ordini di fattori:la cronica disubbidienza dell’italiano alle regole più elementari che comportano il venire meno del senso civico e dall’altra la difficoltà del legislatori di avere un quadro di insieme di un problema con prospettive a lungo termine temporale laddove, invece, si tamponano le situazioni.

Se a ciò si aggiunge che le leggi vengono elaborate spesso da teorici del diritto che stanno alla società come il sottoscritto alla passione per il calcio (che odio) e non da magistrati apicali con l’ausilio di avvocati, capite bene che ogni legge promulgata – al di là delle intenzioni – nasce monca o non chiara perché non si conosce il tessuto sociale.

Questo perché se non si ha una conversione sulla via di Damasco sul sentire la società per sanarla da aspetti orribili che vanno dallo sballo del sabato sera con minorenni in coma etilico o il branco che violenta ragazzine che la sera prima hanno fatto l’ultimo pigiama party, non si arriva da nessuna parte.

Ne consegue che piano piano si sono sfaldati i valori con particolare riferimento alla demonizzazione della religione cattolica che una parte politica ben precisa la vede ancora come ente di sottomissione a qualcosa di inconsistente e origine di tutti i mali, patriarcato compreso.

Non per nulla hanno fatto loro il credo di Marx che la religione è l’oppio dei popoli.

In realtà, parafrasando Aristotele che vedeva la famiglia come una entità sociale economica e modello della polis (in greco antico: πόλις) greca, senza il freno inibitore di un Essere superiore accade che il risultato è che si viva senza prospettive, non tanto di Salvezza e Speranza, ma di un percorso terreno utile per giustificare positivamente l’esistenza.

Ma Dio è morto, diceva Nietzche.

Il valore della persona, quindi, si perde dietro il valore del denaro che assurge a totem di visibilità e di emozione nell’accumularlo e ratificando la considerazione di Jacques Le Goff che dal tempo dei contadini si è passati al tempo dei mercanti in una spasmodica ricerca del benessere economico più che della propria anima.

Su tutto uno Stato impreparato a queste nuove difficoltà psichiatriche che hanno avuto i primi accenni durante la pandemia Covid 19 laddove i social hanno sostituito, in tutti noi e non solo negli adolescenti, il calore umano in un disegno mondiale criminoso sperimentale di soggiogare il mondo per il guadagno di pochi e la sofferenza di tutti.

Il valore della parola si è perso dietro al primo estratto conto bancario e nessuno, se non qualche eroe, si atteggia a ribelle come auspicava Junger con il mitico passaggio al bosco.

La ribellione al sistema attuale non deve essere in funzione di leggi più severe o riempiere le carceri, ma educare spiritualmente l’uomo al rispetto della persona e dello Stato stesso anche se spesso non se lo merita.

La riscoperta dei valori è irrimediabilmente impossibile attuarla perché il sistema globale è oramai tarato sulla logica del profitto di origine calvinista.

E, quindi, per avere emozioni si compiono reati efferati per avere sensazioni forti, ma sconvolgenti come ammazzare una donna per capire cosa si provi con il risultato di due vite buttate via.

Ne consegue che aveva ragione Ennio Flaiano parafrasando Marx: l’oppio è la religione dei popoli.

Aveva capito tutto.

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