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martedì, Marzo 18, 2025

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Venezia: Leone d’Argento – Gran premio della giuria a “Vermiglio” di Maura Delpero

A 48 anni la regista italiana Maura Delpero debutta alla Mostra del Cinema di Venezia con “Vermiglio”, un film ambientato nelle montagne della Val di Sole durante la seconda guerra mondiale.

Il trionfo inaspettato traspare anche dalla visibile emozione e sorpresa dell’autrice, che ringrazia il pubblico dedicando il premio a chi supporta le donne nel conciliare lavoro e famiglia, nonché a sua figlia Caterina, una bimba di pochi mesi che vive in prima persona il funambolico impegno tra vita privata e pubblica di madre regista e padre attore.

“Un film, nato da un sogno, che non avrei mai immaginato potesse concludersi con un sogno così grande”

Vermiglio, il secondo film italiano in concorso alla 81esima edizione del Festival, è un dramma familiare ambientato negli splendidi scenari del Trentino, molto cari alla regista originaria di Bolzano.

Vermiglio, infatti, è una frazione del Trentino dove vive la famiglia Graziadei composta dal capofamiglia maestro di elementari e tre figlie femmine. La trama si sviluppa nel corso delle quattro stagioni conclusive della guerra, quando l’arrivo di un soldato disertore ferito sconvolge la vita della famiglia Graziadei, innescando una reazione a catena che mette a dura prova l’unità familiare.

Vermiglio è la seconda opera di Maura Delpero, dopo il film Maternal, che è già una prova della sua maturità espressiva riconducibile al cinema di Ermanno Olmi, ma ancora più realistica e attenta alla resa delle passioni interiori.

Vermiglio è un paesaggio interiore, un lessico familiare che porto dentro di me, ai confini dell’inconscio, un atto d’amore per mio padre che proviene proprio da Vermiglio”

Proprio grazie a questa carica emotiva ispirata dal passato familiare, Maura Delpero è riuscita a costruire una forte identità artistica intorno a questa pellicola, che ha emozionato giuria e pubblico. Il film incanta lo spettatore con i suoi colori e le sue pause riflessive, che nel racconto diventano più importanti dei dialoghi stessi.

Unico difetto, se così vogliamo chiamarlo, è la durata eccessiva, 2 ore, che appesantisce la fruibilità del film e stanca lo spettatore, visto lo spessore narrativo.

Ciò che, di contro, rende unico Vermiglio è l’eleganza acclamata della regia. Ogni scena sembra un quadro antico, valorizzata da una fotografia suggestiva. Il racconto si regge su una solida sceneggiatura e interpretazioni attoriali di grande spessore, che raggiungono il cuore e i sentimenti dello spettatore che si vede coinvolto nei luoghi e nelle dinamiche del film.

Alessandra Bacci, autrice

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