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Ferragosto, il tempo dell’abbuffata contro quello della riflessione

Meriggiare pallido e assorto di Montale, a mio avviso, è la summa di un concetto di estate lenta che si ciondola tra indolenza caldo e polvere.

Lo sfoggio sui social del sapere perché si chiama così, riferito ad Augusto imperatore romano, è diventato il nuovo sentire omologato consistente in piccole nozioni che non implicano il vero sapere con il risultato che tutti si sentono persone di cultura solo perché ripetono, come un pappagallo, quelle quattro cose lette su Facebook e condividendole sulla propria pagina.

Poi diventa una gara che si divide esattamente in due dimensioni e cioè tra quelli che orgogliosamente proclamano che Ferragosto è un giorno come un altro al pari di Natale, Capodanno e Pasqua e quelli che la mattina ti mandano i messaggi standard di auguri non capendo che invece rompono le palle.

Ma la società italiana, su input Europeo, si sta evolvendo e andando verso il baratro complice anche l’introduzione dell’euro e spiego il perché.

Non sono un economista e degli algoritmi finanziari me ne sbatto bellamente se non quando mi accorgo sempre più spesso che in molti arrivano a fine mese con difficoltà inumane e devono fare tagli allo stile di vita con rinunce mal digeribili.

Chi alla salute e chi alle ferie.

Un tempo con uno stipendio di due milioni di lire (un lusso) ci scappava quasi tutto mentre oggi con mille euro si deve quasi andare alla Caritas che non ti si fila perché non sei extra comunitario e dalla pelle scura.

Ho memoria che nella mia Foligno ad agosto anche per trovare un alimentari (quando ancora c’erano) aperto per comprare il pane era un miracolo e coloro che rimanevano in città erano additati come poveracci o sfigati a tutto tondo.

Oggi invece, come in tutte le nostre città italiane, la vita trascorre senza quella frenesia mista alla rassegnazione di chi rimane in città non tanto perché andare in vacanza in agosto è un atto di suicidio in un perfetto mix di costi altissimi e puzza di sudore ascellare per il caldo, quanto perché se si ha la partita Iva non ci si può permettere di andare fuori perché lo Stato ti chiede dove hai trovato i soldi stupendosi.

In più l’italiano medio ha avuto una conversione sulla via di Damasco che non sopporta più il casino e il vociare strillante di burini nei ristoranti accompagnati da figli talmente maleducati che si rimpiange Erode, quanto perché stanno scoprendo che il silenzio – a volte – è il bene più prezioso.

Ma ciò non implica assolutamente la riflessione o un’ascesi che si perde dietro l’oca arrosto, quanto perché il connazionale è un opportunista che fa sempre una attenta analisi costi benefici e cioè se andare al ristorante a Ferragosto spendendo 200 euro ne valga la pena per mangiare il solito antipastone o rimane a casa cavandosela con poche decine di euro e poi svenire – satollo e alticcio – sul divano di casa.

E incarnando un solo giorno quel meriggiare pallido e assorto del noto poeta.

In realtà ai più sfugge che è anche una importante festa religiosa per chi ancora si definisce cristiano perché si festeggia l’Assunzione in cielo della Madonna.

E non si riflette al riguardo di tale dimensione ascetica nonostante lo scampanio di campanili coperti dal rumore del primo rutto a tavola.

La ascesa è il volano di una Speranza e di una costatazione consistente nel valore di essere, prima che madre del Cristo, semplicemente madre amata e destinata alla eternità.

Il valore dell’ascesa è simbolo centrale di una dedizione filiale che sfocia nel premio della assunzione in cielo accanto al figlio e padre per ricongiungersi in una nuova triade che non è più Padre, Figlio e Spirito Santo, ma padre, madre e figlio e Giuseppe perso nel limbo storiografico.

Questo comporta assolutamente che la Chiesa, senza la necessaria intermediazione di preti noiosi, ha ben presente il valore della donna che in questo caso è la Madre per eccellenza e sancendo che la Chiesa ha anticipato tutti nella parità di genere perché si prega Dio al pari della Madonna.

L’aspetto fondante della preghiera si esplica nel Padre Nostro e nell’Ave Maria che rimandano a non spronarci a migliorare lo spirito in funzione di vivere degnamente al cospetto di Dio e guadagnarci il Paradiso, quanto quello di evitare il peccato con la frase prega per noi peccatori che non implica un automatico perdono di Cristo Nostro Signore.

E allora si conviene che l’Assunzione della Madonna in cielo è stata inutile per il nostro spirito dato che poi non si valorizza la figura di una madre non celeste che invece perdona invece tutto al figlio e vedendola solo come colei che toglie dal forno l’oca arrosto.

Perché a Ferragosto è rimasto solo questo.

Abbuffarsi a tavola.

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